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Nei giorni 19 e 20 di Febbraio del 2009 a Bolzano si è
tenuto forse il primo ed unico congresso nel suo genere,
organizzato dalla Sovrintendenza Archeologica di Bolzano e
da Italia Nostra, sede di Bolzano.
Il titolo del Convegno era: Archeologia Rubata, Metal
Detector e tutela dei beni archeologici
Il Convegno serviva anche per fare il punto sulla nuova
legge Provinciale, uguale a quella della Valle d'Aosta,
sull'uso del metal detector, questa la legge:
1. Sul territorio provinciale è vietato
usare rivelatori di metalli senza autorizzazione.
Chiunque intenda farne uso deve chiedere
l’autorizzazione al direttore della Ripartizione
provinciale Beni culturali, specificandone le finalità
di utilizzo.
2. Per aree dichiarate di interesse archeologico
l’autorizzazione deve essere concessa di volta in volta.
3. Chiunque utilizzi rivelatori di metalli senza
autorizzazione è soggetto al pagamento di una sanzione
amministrativa pecuniaria da euro 500,00 a euro
3.000,00. In zone di interesse archeologico la sanzione
è triplicata.
4. Il controllo sull'osservanza delle disposizioni del
presente articolo spetta al personale della Ripartizione
provinciale Beni culturali di qualifica funzionale non
inferiore alla sesta, a tal fine autorizzato, nonché
agli organi di controllo delle Ripartizioni provinciali
Natura e paesaggio e Foreste, agli organi di polizia
locale e, su richiesta del Presidente della Provincia,
agli organi di pubblica sicurezza.”
Il Convegno era aperto al pubblico ed
era stato sponsorizzato ma i detectoristi presenti ed
attivi si potevano contare sulle dita di una mano.
La nostra presenza come relatori è stata richiesta
direttamente dagli organizzatori, sicuramente anche grazie
anche al rapporto che si era creato in seguito ad una
serie di prospezioni con il metal su vecchi sentieri oltre
ad una ricerca fatta su zona in fase di studio ed un altra
fatta su uno scavo archeologico in corso, tutte
naturalmente autorizzate.
Al Convegno erano presenti:
Lorenzo Dal Ri, Soprintendenza
Provinciale ai Beni Culturali di
Bolzano
Roberto Domaine, Gaetano
de Gattis, Soprintendenza
regionale ai Beni Culturali di Aosta
Silvia Segnalini, Università di Roma.
Salvatore Distefano,
Comandante del nucleo Carabinieri Tutela
del patrimonio Culturale, Venezia
Gianni Ciurletti, Già dirigente
della Soprintendenza ai
Beni
Archeologici della
Provincia Autonoma di Trento
Umberto Spigo,
Soprintendente archeologo del
Veneto e della Lombardia
Elodia
Bianchin Citton,
Soprintendenza archeologica del Veneto.
Gerhard
Tomedi, Universität Innsbruck
Jürg Rageth, Amt für
Kultur,
Archäologischer Dienst Graubünden, Chur
Tavola rotonda e
discussione., Moderatore Piero
Pruneti, Direttore della Rivista Archeologia Viva
Il pieghevole del Convegno apriva con queste frasi:
Il rivelatore di metalli (metal detector, o più comunemente
“cerca-metalli”) è uno dei più importanti strumenti per individuare oggetti metallici sepolti servendosi delle loro proprietà
magnetiche. Tali strumenti possono
essere di aiuto per gli archeologi, specialmente nell’ambito d’indagini preliminari e nell’attività di
pianificazione degli interventi archeologici più distruttivi. I
metal detector sono purtroppo molto usati anche da
non-archeologi, che solo in qualche caso sono dilettanti
responsabili, in contatto con gli organi preposti alla tutela e
da questi autorizzati ad effettuare questo tipo di ricerca;
Qualche giorno dopo, in
un articolo scritto su un giornale uno dei
responsabili dell'organizzazione scriveva: Si è voluto
offrire anche ai metallari la possibilità di esprimere
il proprio parere, ciò è successo con Maurizio De
Angelis Presidente di un Associazione di ricerche
storiche di Roma il cui modus operandi e la cui
filosofia sono molto in sintonia con le finalità di
tutela perseguite dalle Soprintendenze e dalle forze
dell'ordine.
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